9.21.2012

Imprevisti

A volte succede che ci si organizzi per bene, perché si ha un evento da preparare e due dimostrazioni da coordinare e ovviamente stanno anche montando le tende nello spazio dedicato all'evento, e chissà se finiranno in tempo, quindi meglio mettersi in movimento con un po' di anticipo.

Succede anche, perché non smetterò mai di meravigliarmi della gente, che poi due geniali hipsters alla fermata di Bedford, forzino la porta della subway rompendola. Perché di treni ne passano uno ogni 4 minuti, vuoi mica aspettare tutto quel tempo?! Dopo tutto, questa e' la città che non dorme mai, il regno del fast - tutto. Quindi no, non aspettiamo quattro minuti, forziamo la porta e rompiamola! Così poi si deve tutti scendere dal maledetto treno e rimanere bloccati per ore! Geniale!

Succede pero' anche, per fortuna, che dagli imprevisti nasca in realtà qualcosa di piacevole. E quindi, vista l'inevitabilità del mio ritardo, me ne sono andata dalla stazione della velocità verso un'alternativa un po' fuori dal tempo: il battello.

Per chi non e' familiare con New York, Brooklyn, dove vivo io, e' dall'altra parte dell'East River, e da pochi mesi la città ha instituito un servizio di traghetto tra le due rive.

Prendere il traghetto per andare a lavoro e' un'esperienza abbastanza singolare. La gente non spinge per salire, ma siamo tutti in una fila ordinata. Il ferry attracca e la banchina viene abbassata. Il meccanismo e' automatizzato, ma serve il giusto tempo, no rush. Tutto ondeggia e poi si sale sulla barca con il personale che ti dice "Good Morning!"
Ho sentito bene?! Mi hanno salutata?!
Sul traghetto nessuno e' appeso a barre di metallo provando a non pestare il vicino, nessuna ascella ad altezza naso e nessuna mano indiscreta che ti sfiora le chiappe. Gia' l'adoro! I sedili sono imbottiti e foderati di tessuto, niente plastica dura. Altro punto a favore! E poi le persone sono tranquille, sorridenti e sembrano quasi rilassate. Vedo addirittura qualche tentativo di eye-contact. Abbiamo per caso cambiato stato?!
Il tragitto dura 10 minuti, nei quali sorseggio un buonissimo cappuccino preso prima di imbarcarmi, respiro l'aria salmastra e chiudo gli occhi facendomi scaldare il viso dal sole mentre il fiume mi culla verso la mia destinazione.

Alla fine mi ritrovo a pensare che gli imprevisti non sono sempre negativi, un po' come succede nel Monopoli. Peschi la tua carta e a volte te ne finisci in prigione, altre volte invece prendi il battello, e ti ci trovi proprio bene.

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